Si sente parlare spesso di pannelli fotovoltaici, soprattutto negli ultimi anni, e ormai conosciamo tutti i vantaggi che possono apportare nella nostra vita e anche all’ambiente, ma quante tipologie di pannelli esistono? Vediamo insieme le principali soluzioni che possiamo trovare per capire quale si avvicina di più alle nostre esigenze.
Pannelli fotovoltaici monocristallini:
I moduli fotovoltaici monocristallini sono facilmente riconoscibili, in quanto si presentano con una tonalità di blu scuro tendente al nero, questa colorazione è data dalla purezza del silicio da cui sono composti. Le celle tendenzialmente hanno i bordi smussati e i cristalli di silicio monocristallino sono orientati nella stessa direzione garantendoci così il massimo sfruttando l’irraggiamento perpendicolare. In genere risultano più efficienti dei moduli policristallini, in quanto hanno bisogno di minor superficie per generare la stessa quantità di energia. La loro durata in media è sui venticinque anni, perdendo in efficienza solo l’1% annuo. I moduli monocristallini risultano avere circa il 20% in più in termini di produttività.
I principali vantaggi quindi sono sicuramente il loro rendimento e la possibilità di avere un efficacia maggiore in uno spazio ridotto rispetto alle altre tipologie di pannelli fotovoltaici, non dimenticando la garanzia di durata di venticinque anni assicurata dalla maggior parte dei produttori.
Trovare degli svantaggi quindi risulta difficile, ma anch’essi non sono impeccabili. I moduli monocristallini sono i più costosi e può essere un buon investimento se si dispone di poco spazio, altrimenti è bene anche pensare di acquistare pannelli fotovoltaici policristallini o in silicio amorfo; un’altro svantaggio riguarda la loro produzione, infatti per produrre silicio monocristallino e ottenere monocristalli estremamente puri che prenderanno la forma di blocchi cilindrici, una gran quantità di silicio viene purtroppo sprecata. Un altro svantaggio è che se il pannello viene parzialmente coperto da neve, sporco o semplicemente dall’ombra, l’intero circuito smette di funzionare a meno che si integra un micro-inverter che però ridurrà il rendimento dell’intera fila di pannelli; essi però sono molto efficienti nella stagione fredda, mentre con l’aumentare delle temperature il tasso di conversione in elettricità, tende a diminuire.
Pannelli fotovoltaici policristallini:
I moduli fotovoltaici policristallini si presentano con una colorazione blu cangiante, al contrario dei moduli monocristallini i cristalli di silicio da cui sono costituiti, sono orientati in modo casuale, quindi avremo un’efficacia inferiore se colpiti perpendicolarmente, ma al tempo stesso, sfruttano meglio l’irraggiamento durante tutta la giornata. I moduli con silicio policristallino, apparirono sul mercato per la prima volta nel 1981 e infatti più del 30% dei pannelli solari che possiamo trovare, sono costituiti da questo tipo di silicio. Il processo di creazione, che avviene fondendo del silicio grezzo, permette di avere un costo inferiore rispetto ai moduli monocristallini, essendo una produzione meno costosa. Riguardo l’efficacia di questa tipologia di pannelli, risulta inferiore di circa il 13% e per la produzione di 1 Kwp di potenza, necessitano di circa 8mq. I vantaggi dei moduli policristallini, oltre al costo, riguardano l’efficienza, infatti essi hanno
una maggiore tolleranza al calore rispetto ai monocristallini e nonostante la temperatura influisca sulle prestazioni, anch’essi hanno la stessa garanzia di durata di 25 anni. Le prestazioni però risultano in parte anche uno svantaggio, in quanto sono meno efficienti dei moduli monocristallini, ma con la tecnologia in costante evoluzione, con il tempo arriveranno ad avvicinarsi al tasso di rendimento di quest’ultimi. Un altro svantaggio invece riguarda la superficie necessaria per produrre lo stesso quantitativo di energia di un pannello monocristallino. I pannelli fotovoltaici policristallini sono, se si dispone di abbastanza spazio, risultano un ottimo compromesso efficacia-prezzo.
Queste sono le due categorie principali che possiamo trovare, ma esiste anche la categoria delle celle a film sottile, ancora in fase di sperimentazione; in questa categoria però troviamo i pannelli fotovoltaici amorfi, più flessibili ma con un rendimento inferiore di quasi il 30%, percentuale causata dal loro processo di produzione; essi sono composti da uno strato di vetro o superfici di plastica dove viene applicato un sottile strato di silicio, la colorazione è scura e omogenea e li possiamo trovare o nella tipica struttura rigida o in rotoli flessibili e sono presenti sul mercato in minima quantità (5%). Un’altra categoria sono i pannelli solari String Ribbon, realizzati con silicio policristallino, anch’essi coprono solo il 5% del mercato e il nome proviene dal metodo utilizzato per produrre il silicio utilizzato, che al contrario di quelli visti fin’ora, richiede solo la metà della quantità necessaria, ad esempio, per i modelli monocristallini. Questo può essere un vantaggio, ma allo stesso tempo lo svantaggio è che per questo tipo di produzione è richiesta maggiore energia rispetto agli altri processi di produzione. L’efficienza è minore rispetto a tutte le altre categorie di circa il 14% e sono anche meno efficienti a parità di superficie.