Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (Al) si è conquistata un posto all’interno della nostra quotidianità, diventando fondamentale per l’esecuzione di alcune procedure. Allo stesso tempo l’Al sta diventando una risorsa di primo piano per le aziende, che la sfruttano per migliorare i propri processi produttivi.
Viviamo però in un mondo in cui la difesa dell’ambiente e la salvaguardia delle risorse disponibili non possono essere più ignorate.
A questo punto, la domanda sorge spontanea, l’intelligenza artificiale va d’accordo con la sostenibilità ambientale? Il dibattito sulla questione è inevitabilmente acceso e in continua evoluzione, con chi si pone a sostegno dell’utilizzo dell’Al per individuare soluzioni che possano guidarci verso scelte realmente green e chi, al contrario, sottolinea l’enorme spreco di energia correlato all’utilizzo di tali strumenti.
In questo articolo, analizzeremo le due posizioni e starà a voi scegliere da che parte stare.
Intelligenza artificiale, un supporto per la sostenibilità
Grazie all’analisi effettuata dai propri sofisticati algoritmi, l’intelligenza artificiale contribuisce a ridurre gli sprechi in azienda, suggerendo le modifiche da attuare. Ad esempio, impiegando gli algoritmi di previsione, l’Al è in grado di evitare gli sprechi di materiali e di risorse, ottimizzando la gestione della catena di approvvigionamento.
Un’altra applicazione dell’Al in questa direzione riguarda l’analisi diretta effettuata proprio dall’intelligenza artificiale che può monitorare la qualità dell’aria, quella dell’acqua, del suolo e delle risorse idriche ed energetiche. In questo modo, ogni azienda può effettuare le dovute valutazioni per ridurre il proprio impatto ambientale. Allo stesso modo, l’Al può monitorare e controllare in tempo reale i consumi energetici ed effettuare accurate previsioni sulla quantità di energia necessaria per il corretto funzionamento di determinati processi.
Infine, con l’analisi dei dati provenienti da sensori, sistemi di tracciamento e blockchain, i produttori possono monitorare e documentare in modo accurato il percorso di produzione e distribuzione della propria merce.
Al, un grande spreco di risorse
Le procedure di addestramento dei modelli Al richiede l’utilizzo di potenti server che utilizzando una grande quantità di energia.
Ugualmente, la stessa produzione di chip specializzati e di acceleratori utili per il funzionamento dell’intelligenza artificiale richiede l’estrazione e l’utilizzo di ingenti risorse naturali. Se, dunque, tale processo non è gestito correttamente può avere un impatto decisamente negativo sull’ambiente.
Un altro motivo dell’inquinamento legato all’utilizzo e all’ascesa dell’intelligenza artificiale sta proprio nella rapida sostituzione di vecchi dispositivi con quelli intelligenti.
Conclusioni
Il fatto che l’Al possa avere un impatto positivo sulla gestione delle risorse disponibili e sull’ottimizzazione dei vari processi è innegabile, allo stesso tempo, però, occorre che venga adottato un approccio responsabile nei suoi confronti.
L’adozione di politiche e di regolamenti che possano arginare il potenziale inquinamento dell’intelligenza artificiale risulta indispensabile.
L’obiettivo dovrebbe essere proprio quello di porre l’Al al servizio dell’ambiente, rivoluzionando pratiche e processi produttivi, tenendo ben presenti le necessità di trasparenza nei confronti di una società sempre più attenta all’ambiente.