Come funziona

Il meccanismo di funzionamento della caldaia parte dalla presenza di un gas in circolazione nella rete di distribuzione. Questo gas deve essere bruciato per produrre calore e tale operazione avviene all’interno di un’apposita camera di combustione. L’operazione di combustione può avvenire grazie ad una scintilla generata da una candela d’accensione. La camera presenta un rivestimento con materiali particolari, in grado di resistere a temperature molto elevate, fino a 800 gradi.  Il calore prodotto è utilizzato per scaldare l’acqua che si trova a circolare all’interno di due circuiti differenti che sono quello idraulico e quello per il riscaldamento. L’acqua riscaldata è quella che poi andrà a confluire all’interno delle tubazioni domestiche, mentre i fumi emessi durante il processo, vengono espulsi attraverso le apposite canne fumarie.

 

Tipologie

Possiamo distinguere tre differenti tipologie di caldaie presenti sul mercato: caldaia a camera aperta; caldaia a camera stagna; caldaia a condensazione.

  • Le prime due tipologie, la caldaia a camera aperta e quella a camera stagna, hanno delle prestazioni molto simili tra loro in termini di riscaldamento e produzione di acqua calda. Si distinguono invece per le modalità di combustione, infatti nella caldaia a camera stagna la combustione avviene in isolamento, oltre che per le modalità di tiraggio che nella camera stagna avvengono in maniera forzata (non naturale) grazie ad un sistema di ventilazione. La caldaia a camera stagna è quella più diffusa perché oltre a non prevedere costi aggiuntivi all’installazione, può essere installata in tutti i locali ventilati, ovvero quei luoghi che, in caso di perdite, non permettono la formazione di concentrazioni di gas. Oltre a questa caratteristiche, la caldaia a camera stagna permette anche di ottenere buone prestazioni.

 

  • La caldaia a condensazione invece, oltre ad offrire prestazioni molto elevate in termini di riscaldamento dell’acqua, è una soluzione ecosostenibile in quanto in grado di sfruttare i fumi per produrre calore: il vapore acqueo non viene espulso ma riutilizzato per il riscaldamento dell’acqua. Si tratta di una soluzione molto innovativa, infatti queste caldaie riescono a ridurre l’impatto ambientale e di conseguenza ad agire in un maggior rispetto dell’ambiente. Effettuando un confronto con una caldaia tradizionale, quella a condensazione permette di ridurre i consumi energetici fino al 30%.

 

Principali norme sulla manutenzione

Il controllo della caldaia è previsto obbligatoriamente dal DPR 74/2013 per salvaguardare la sicurezza dell’impianto e prevenire eventuali problemi che si possono verificare a causa del suo invecchiamento. Le cadenze con cui questi controlli vanno effettuati sono tuttavia differenti tra loro, sulla base della tipologia di caldaio a cui facciamo riferimento.

Come possiamo sapere con quale cadenza occorra effettuare il controllo? Questa informazione è contenuta all’interno del libretto che viene rilasciato al proprietario dell’impianto da parte dell’azienda installatrice. Il libretto di impianto è un documento obbligatorio su cui devono anche essere indicati tutti gli interventi che vengono effettuati sullo stesso.

Principali norme sul controllo dei fumi

Il controllo dei fumi di scarico garantisce l’efficienza energetica dell’impianto. Il controllo dei fumi di scarico è previsto obbligatoriamente, indipendentemente dalla tipologia di caldaia di cui si dispone. Si tratta di una procedura resa obbligatoria per tutelare la sicurezza delle persone. La tipologia di impianto e il combustibile utilizzato è tuttavia determinante la cadenza con la quale si rende necessario effettuare il controllo dei fumi:

  • Per impianti termici a combustibile liquido o solido con potenza superiore a 100kw è previsto un controllo annuale.

 

  • Ogni 2 anni è previsto un obbligo per impianti termici a combustibile liquido o solido con potenza inferiore o uguale a 100kw e per impianti a gas metano o GPL con potenza superiore a 100kw

 

  • Il controllo ogni 4 anni è previsto infine per gli impianti a gas metano o GPL con potenza inferiore o uguale a 100kw

Quanto qui sopra indicato è disposto dalla legge di riferimento, allegato A del n.74 del 2013.

Il decreto del Ministro dello sviluppo economico 22 gennaio 2008 n. 37 prevede inoltre che soltanto un tecnico specializzato possa effettuare il controllo della caldaia e rilasciare il bollino.

Questa normativa si applica in tutte le regioni che non hanno recepito la direttiva 2002/91/CE con atto proprio, ovvero tutte le regioni ad esclusione della Liguria, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia.