Cos’è l’analisi combustione, come viene effettuata e perché è importante?

 

L’analisi combustione (controllo fumi) è parte integrante del processo di manutenzione della caldaia, serve a incrementare anch’esso la sicurezza e il rendimento di quest’ultima, oltre a ridurre le emissioni.
Tramite un’analisi chimica della composizione dei fumi prodotti dalla combustione, è possibile ricavare dati importati sullo stato di efficienza della caldaia e sulla qualità della combustione di quest’ultima.
Ma come viene effettuato questo controllo?
Il tecnico che si occuperà di effettuare il monitoraggio e l’analisi dei fumi di combustione, utilizzerà un analizzatore portatile di combustione. La temperatura dei gas viene misurata direttamente utilizzando un trasduttore di temperatura, detto termocoppia, uno strumento simile a una sonda, che posizionata correttamente, misurerà la temperatura all’interno del flusso.
La temperatura dell’aria comburente viene misurata attraverso una seconda sonda che calcolerà la temperatura dell’aria aspirata dalla caldaia, dopo di che si misura il tiraggio, che è la differenza di pressione che c’è tra l’interno e l’esterno del camino e il nerofumo, che viene misurato prelevando dal camino, un volume specifico di gas. Queste informazioni ci permettono di avere un accurato calcolo del rendimento della combustione.
Il dispositivo per la rilevazione, a fine controllo, rilascerà i valori su un documento alla vista simile a uno scontrino, che verrà inserito nel libretto della caldaia, oltre alla compilazione dello stesso e se i valori saranno conformi alla legge verrà rilasciato il bollino blu, che certifica il corretto funzionamento termico.
Questo intervento, al contrario di quanto si possa pensare è da svolgere in assoluta sicurezza, in quanto questi gas risultano tossici e velenosi, anche piccole quantità disperse in locali chiusi e non ben areati possono nuocere alla nostra salute ed essere molto pericolosi.

Il controllo fumi è quindi un intervento periodico molto importante, i vantaggi, oltre ad aumentare il ciclo di vita della nostra caldaia, sono sicuramente: controllare il regolare funzionamento della stessa, garantendo bassi consumi, evitando così alti consumi energetici, ed è utile anche a ridurre l’impatto ambientale, riducendo al minimo l’inquinamento, dato che nei fumi è presente anche anidride carbonica.

A chi affidarsi?

L’analisi combustione, come già anticipato, è un controllo che va effettuato periodicamente, ed è fondamentale che questo intervento venga effettuato da operatori abilitati, ovvero manutentori, installatori o tecnici in possesso dei certificati necessari e dei requisiti utili a poter svolgere questo tipo di intervento, donandovi sicurezza e inoltre, essendo persone abilitate per questo tipo di lavoro, potranno rilasciare la documentazione di conformità a fine lavoro.

Cosa dice la legge? Ogni quanto va effettuato questo tipo di controllo?

Anni fa il controllo dei fumi aveva scadenza annuale, con le nuove disposizioni invece, la periodicità cambia a seconda della tipologia e potenza della caldaia.

Caldaia a gas, metano o gpl

L’analisi combustione va effettuata ogni 4 anni se hanno una potenza superiore ai 10 KW ed inferiore ai 100KW, mentre se è oltre i 100KW, il controllo va effettuato ogni 2 anni.

Caldaia a combustibile solido e liquido

Tra i 10KW e i 100KW di potenza è obbligatorio ogni 2 anni, oltre i 100KW va eseguito obbligatoriamente ogni anno.

 

Ricordiamo inoltre, che come la manutenzione ordinaria della caldaia, anche l’analisi combustione di quest’ultima spetta al responsabile dell’impianto, quindi nel caso di immobile in affitto, l’affittuario dovrà prendersi carico di far eseguire il controllo fumi nei tempi prestabiliti, in modo da non incorrere in sanzioni.